Nobiltà e dolce vita
Ricordi di non-Taorminesi celebri, costruttori di benessere e testimoni di culture
L’incontro, svoltosi nella mattinata dell’ultima giornata di Taobuk, con lo scrittore, pittore e albergatore taorminese Umberto Martorana ci ha portati a spasso nel tempo. Ci ha ricondotti nell’epoca in cui a Taormina si veniva seguendo una metodologia turistica di tipo residenziale, diametralmente opposta a quella del “mordi e fuggi” sviluppatasi negli ultimi anni.
Il libro presentato permette di capire, a partire dalla chiarezza del titolo, l’argomento trattato: “I Milòrd di Taormina”, una storia di stranieri che hanno amato la Sicilia e che hanno contribuito a esportare il “brand” della cittadina Jonica. Una storia delle loro case, dei loro giardini, delle loro abitudini. Il dialogo con il maestro è stato moderato da Alfio Bonaccorso, Direttore esecutivo di questa undicesima edizione della rassegna letteraria.
L’incontro è stato introdotto da Mario Bolognari, sindaco di Taormina e illustre antropologo che ha paragonato Taormina a un treno da cui non si scende mai. Taormina ha avuto la fortuna di svilupparsi sempre sullo stesso sito garantendo così una certa verticalità, una sovrapposizione fisica di luoghi e di eventi. Una peculiarità questa che la rende simile a pochissime altre città.
Un libro che, a uno stile di scrittura molto scorrevole, alterna alcuni acquerelli dello stesso Martorana, eseguiti seguendo lo stile del celeberrimo pittore britannico Robert Kitson.
Alla domanda “Cos’è Taormina?” l’autore risponde dicendo, con l’affetto di un figlio, che è fonte inesauribile di bellezza. Da grande viaggiatore ed esploratore di culture, l’occhio esterno lo ha portato a una lettura critica della città.
Un modus operandi che richiama alla mente lo scrittore Bufalino e il complesso rapporto che, a suo parere, intercorre tra la Sicilia e i suoi figli; la costante oscillazione tra Claustrofobia e Claustrofilia.
I Milòrd, ultimo dei quali sarebbe stato il noto dietologo americano Gaylord Hauser, hanno riempito Taormina di vita e di persone celebri. Basti pensare a Greta Garbo, intima amica di questo anfitrione, amante della compagnia e sempre disponibile ad aprire le porte della sua splendida villa di contrada Silemi, a Letojanni. I Milòrd risiedevano, infatti, in ville ragguardevoli, circondate da giardini curatissimi che occupavano anche l’ultimo centimetro disponibile di queste proprietà. Una vera e propria “urbanizzazione di nicchia”.
Alla fine dell’ incontro il maestro ha fatto un appello affinché a Taormina, oltre che di turismo, si possa vivere di cultura. Sognerebbe una città bellissima e piena di musei. Tanti sono, infatti, i luoghi culturali di cui si avverte il bisogno in città (un museo archeologico, un altro, magari, sull’arte dei ricami tipici, una pinacoteca, una galleria di arte moderna…) e tante sono le strutture attrattive (campi da golf, poli sportivi e, perché no, un nuovo casinò). Una rinascita che potrebbe essere utile per dare il via a un’ipotetica nuova ondata di Milòrd che, secondo il processo di verticalità, cui faceva riferimento il Sindaco Bolognari, potrebbe contribuire al progresso dell’Identità taorminese.