Sicilia

Una terra dalle mille bellezze

Itinerario alla scoperta di profumi, sapori e leggende etnee

“Non invidio a Dio il Paradiso perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia”

Viene definita così da Federico II di Svevia la regione con la superficie più ampia della penisola italica.
La Sicilia, la terra preziosa, che ti cattura con i suoi profumi, i suoi panorami da urlo. Sono davvero molti i posti stupendi che offre questa terra, ogni angolo possiede una sua storia. Forse è questo che rende il tutto più affascinante e coinvolgente.

Catania è una delle città più affascinanti, grande ed importante. Sicuramente appena si pensa alla città di Catania viene in mente l’Etna. Il monte Etna, battezzato dai locali come “Mungibeddu”, la montagna per eccellenza. L’Etna, il vulcano più attivo d’Europa che ci incupisce con la sua pioggia periodica di terra lavica.

Salta alla mente, subito, anche il ricordo di Vincenzo Bellini, noto musicista dell’Ottocento, al quale sono dedicate due delle attrazioni più belle e suggestive di Catania, la mitica “Villa Bellini” ed il “Teatro Massimo Vincenzo Bellini”.

Quando si menziona Catania ed i borghi della sua provincia non si può fare a meno di pensare alla storia de “I Malavoglia” e, quindi, a Giovanni Verga.

Diggià la Sicilia sorgeva come una nuvola in fondo all’orizzonte. Poi l’Etna si accese tutt’a un tratto d’oro e di rubini, e la costa bianchiccia si squarciò qua e là in seni e promontori oscuri.

Con “I Malavoglia” ci troviamo in provincia di Catania, più precisamente ad Aci Trezza, un borgo piccolo ed elegante, frazione di Aci Castello, denominato così per via del Castello Normanno, costruito all’incirca nell’XI secolo in pietra lavica. Un luogo unico da cui si può ammirare un panorama mozzafiato. Aci Trezza, invece, è noto per i Faraglioni dei Ciclopi affiancati dall’Isola Lachea. Il cuore del paese è sede de “La casa del Nespolo”, un grazioso museo, in cui sembra di essere catapultati indietro nel tempo e di far parte della famiglia dei Malavoglia.

È curioso il fatto che in provincia di Catania troviamo circa nove borghi che possiedono il prefisso Aci, come Aci Castello, Aci Sant’Antonio, Aci Bonaccorsi, Acireale, Aci Catena, Aci Santa Lucia, Aci Platani, Aci Trezza ed Aci San Filippo. Si narra che Aci fosse un giovane pastore ed una delle Nereidi, Galatea, si innamorò di lui. Polifemo, ciclope che abitava sull’Etna, era innamorato di Galatea e vedendo i due giovani innamorati, preso dalla gelosia, scagliò un grandissimo masso di lava su Aci. Appresa la notizia della morte dell’amato, Galatea pianse sul corpo, sul sangue del pastore, tanto che gli Dei, scossi per l’accaduto, trasformarono il sangue del pastore in un fiume, il fiume Aci e la sorgiva è detta “U sangu du Jaci”, tradotto, il sangue di Aci. La leggenda narra che il corpo del bel pastore sia stato ridotto dal grosso masso in nove parti e da ciò siano nati i nove comuni etnei caratteristici che possiedono il prefisso Aci.

Marica Lo Giudice

Ciao a tutti! Sono Marica. Sono una ragazza molto precisa, a cui piace cimentarsi al massimo in ciò che fa. Infatti il mio motto è: “Una cosa o la si fa bene o non la si fa per niente”. All’interno di questo blog mi occupo principalmente della sezione awards e della sezione aforismi. Adoro “catturare” le frasi più belle ed intense e poterle condividere, trasmettere a tutti. Spero davvero che i miei articoli ed aforismi vi piacciano, vi facciano riflettere e vi lascino qualcosa!

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