“Ovunque Sarai” è il titolo della canzone con cui Irama ha partecipato alla settantaduesima edizione del Festival di Sanremo.
Irama, pseudonimo di Filippo Maria Fanti, è un cantautore italiano, vincitore dalla diciassettesima edizione del talent show “Amici”, condotto da Maria De Filippi. In seguito a quella vittoria, calca il palcoscenico del Festival di Sanremo per ben tre volte. Nell’edizione del 2019 si afferma con il brano “La ragazza dal cuore di latta”, che riscuote un grande successo; nel 2021 partecipa con “La genesi del tuo colore”, classificandosi al quinto posto e nell’edizione di quest’anno si piazza in quarta posizione con la canzone “Ovunque Sarai”.
Il brano è stato scritto da Irama, con la collaborazione di Vincenzo Luca Faraone, Giulio Nenna e Shalbo. Quest’ultimo è il produttore con cui il cantautore aveva, precedentemente, collaborato insieme all’artista Rkomi nel singolo “Luna Piena”.
“Ovunque Sarai” è il singolo di lancio del nuovo album di Irama dal titolo “Il giorno in cui ho smesso di pensare”, che è uscito il 25 febbraio.
Il brano è incentrato su una figura che ha avuto un ruolo fondamentale nella vita del cantautore e che è venuta a mancare. Si tratta della nonna, ricordata nel testo attraverso gli elementi della natura: l’aria, l’acqua, la terra, il fuoco e la luce.
Il cantautore rilascia una dichiarazione in merito alla nascita di questa sua canzone, avvenuta in una notte di dolci sensazioni velate da una leggera malinconia:
“È una canzone che è pura verità, è primitiva, è ancestrale… Ho guardato il cielo per raccontare quello che sentivo con parole e melodia. È arrivata in una notte in cui ero in connessione con gli elementi, una poesia per il cielo, per la terra e per una persona, per me, molto importante, la canzone racconta tutto”.
Sembra trattarsi di una rappresentazione quasi poetica, una ballata romantica tra le note di archi e pianoforte, un componimento poetico-musicale che rende omaggio al sonetto. Un insieme di immagini e suoni che si intrecciano in un connubio inscindibile.
La persona cara assume le sembianze degli elementi naturali nella loro accezione più benevola. Ovunque sarà, quella presenza è percepita da Irama, è pronta a proteggerlo e a guidarlo, come se non fosse mai andata via: “se sarò in terra, mi alzerai”.
Una nota di tristezza, tuttavia, emerge attraverso “ogni lacrima” che porta quel nome; il ricordo dell’affetto perduto evoca nell’autore una velata malinconia.
Il brano si distingue per il testo semplice e diretto, capace di arrivare in modo immediato all’ascoltatore. Irama, nella sua interpretazione, sfrutta al meglio l’intenso timbro vocale e l’arrangiamento volutamente spoglio per puntare tutto sull’emozione.
Il trasporto per la persona cara defunta si evince in modo particolare dai versi “se non ci sarai, io lo capirò/ E nel silenzio io ti ascolterò”. L’artista sembra appoggiarsi all’uso ripetuto del condizionale, presente sin dall’avvio: “Se sarai vento canterai/Se sarai acqua brillerai”, producendo così un effetto di unione tra musica e natura attraverso una serie di immagini pure che conducono ad uno spazio sospeso, dove “ogni anima ha un colore e ogni lacrima ha il tuo nome”.
Con “Ovunque sarai” Irama porta sul palco dell’Ariston una più intima parte di sé con un successo conclamato: la sfida è vinta!