Un dialogo speciale in memoria della nostra amata prof. ssa Francesca Gullotta
Intervista all’artista Mirella Bolognari, autrice dei disegni di "Dicotomie”
Oggi la redazione di Classiblog dona ai suoi lettori un’intervista speciale. Abbiamo avuto l’onore di intervistare la docente e artista Mirella Bolognari. Quest’ultima ha impreziosito con i suoi disegni il libro “Dicotomie”, pubblicato nel 2014 dalla nostra amata prof. ssa Francesca Gullotta.
Un dialogo intenso che ci ha permesso di conoscere meglio un testo complesso come “Dicotomie” ma anche la nostra prof.ssa che non dimenticheremo mai e a cui abbiamo scelto, peraltro, di dedicare il nostro blog.
Come ha avuto inizio la sua attività artistica?
Mi sono diplomata da esterna al Liceo artistico di Reggio Calabria. Gli studi, in realtà, li ho fatti a Messina dove ho frequentato il Liceo scientifico. In seguito, mi sono trasferita a Roma dove mi sono diplomata all’Accademia di Arredamento e Scenografia. Ho preso l’abilitazione e, poi, trovandomi a Milano ho cominciato la mia attività di insegnante presso le scuole tecniche e i licei scientifici.
In quale occasione ha avuto l’opportunità di conoscere la professoressa Francesca Gullotta?
Diciamo che a Taormina ci si conosce tutti. L’ho conosciuta più di vent’anni fa, tra me e lei non c’è mai stata frequentazione ma sempre, però, grandissima stima. Quando voleva pubblicare il libro “Dicotomie” ha chiesto se qualcuno era disposto a fare dei disegni, io mi sono proposta e lei ha accettato. È iniziata, così, la nostra collaborazione. Io ho letto il libro che è molto impegnativo dopodiché ho realizzato dei disegni che sono stati molto apprezzati.
Per il resto, ci si vedeva sempre. La prof.ssa, in qualità di Assessore alla Cultura, organizzava diverse iniziative culturali ed io ero sempre presente, sia che fossero mostre di pittura che presentazioni di libri. Mi diceva sempre: “Ma tu sei sempre qui?”
Come sono nati i disegni del libro Dicotomie?
I disegni sono nati dalla lettura di “Dicotomie”. Non è una lettura semplice, l’ ho letto più volte. É stato definito un “diario dell’anima” e, in effetti, lo è perché “Dicotomie” è la parte più segreta della professoressa Francesca Gullotta, come è stato detto anche da Luigi La Rosa. Sono i suoi pensieri più reconditi, le sue riflessioni sulla vita, sull’ essere, sulla mente che lei ritiene che porti al nichilismo. Si affida al cuore perché ha una sua intelligenza e, di conseguenza, il cuore intuisce e la mente elabora. Dalla lettura delle sue pagine, dunque, sono nati i disegni.
Secondo lei al giorno d’oggi cosa si dovrebbe fare per valorizzare di più il settore artistico?
Si dovrebbero, forse, potenziare i Licei e poi, secondo me, bisognerebbe far studiare molto di più la Storia dell’arte. Devo dirvi che per chi desidera intraprendere un’ attività artistica, sia essa scultura o pittura, è necessario, prima di tutto, studiare molto, applicarsi e non pensare che i risultati si possano ottenere molto facilmente. Se si pensa di lavorare in questo settore bisogna aver qualcuno disposto aa fornire il proprio supporto come un mercante, un critico e poi, eventualmente, un direttore di museo. L’arte, purtroppo, è un mercato e, attualmente, è in discesa, mentre in passato vi era maggiore attenzione nei confronti dell’arte figurativa.
Bisogna anche essere geniali, innovativi perché, forse, adesso è stato detto un po’ tutto in arte. L’arte contemporanea è ben diversa dall’arte figurativa come la si intendeva fino a poco tempo fa. Spesso, infatti, si dice: “ ma io non capisco” . In realtà, non c’è nulla da capire, bisogna saper guardare alla forma dell’arte figurativa ovvero della pittura. È la forma che valorizza il contenuto non il contrario.
Direi buona fortuna ragazzi se qualcuno vuole intraprendere questo percorso di studi e, quindi, questo lavoro.
A conclusione dell’intervista, l’artista ci ha regalato questa breve ma intensa riflessione inerente “Dicotomie”:
Dicotomie di Francesca Gullotta pone alla nostra attenzione una dialettica tra opposti come tra sentimento e ragione. E cosa vuole essere dicotomia? Ce lo dice la stessa autrice quando si pone il problema dei pensieri inespressi, questi morirebbero nella più nera solitudine se rimanessero tali. Così Francesca ha deciso di condividere il suo di pensiero, quella parte di sé che si è ritratta in disparte e che oggi tenta di relazionare con la realtà esterna.
Porre la ricerca del senso della vita all’attenzione degli altri significa farli riflettere, staccarli dalla quotidianità per portarli in un universo di pensiero dove il cielo è così grande, il mare così immenso, l’assoluto senza fine costituiscono il corollario di una vita che si interroga sull’essere, sulle emozioni, sui ricordi, sui sogni, sulla ricerca dell’armonia e dell’essenza di un tempo che deve saper accettare i silenzi e riconoscerli.