L’infanzia dovrebbe essere il periodo più bello e spensierato della nostra vita. Quante volte sentiamo bambini che si lamentano di dover andare a scuola? Un’azione tanto odiata da molti di loro, in realtà un’immensa fortuna che purtroppo non tutti hanno. Soprattutto nei Paesi più poveri, infatti, il tasso di analfabetismo è molto alto.
Sono moltissimi i Paesi in cui l’infanzia continua ad essere un diritto negato. La situazione è molto grave nei Paesi sottosviluppati, soprattutto in alcune regioni dell’Asia, dell’America Latina e dell’Africa. Tuttavia, anche nei Paesi più sviluppati e all’avanguardia, nonostante ci sia una grande attenzione alla protezione e alla salvaguardia dei bambini, illegalmente migliaia di loro vengono sfruttati e costretti a lavorare. Anche l’Italia non fa eccezioni: nessuna regione italiana, infatti, è esente dallo sfruttamento dei minori. Non tutti i bambini hanno una casa confortevole in cui stare, non tutti hanno la possibilità di praticare uno sport o di andare a scuola, ma molti, sin da piccoli, devono lavorare duramente anche per 12-15 ore al giorno.
Sono più di 150 milioni i bambini costretti a svolgere lavori pesantissimi e pericolosi.
Quante volte da piccoli abbiamo giocato a palla? Sicuramente tante. Scommetto, però, che poche volte abbiamo pensato che quel pallone è stato fatto dalle mani di un bambino come tutti noi, che non gode di alcun tipo di divertimento o spensieratezza. Spesso i minori vengono impiegati nella produzione di giocattoli o tappeti, in settori artigianali o in industrie di abbigliamento o di articoli sportivi. Altri vengono costretti a lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero o di banane o nelle miniere di carbone. Molti vengono sfruttati nei settori alimentari, alberghieri, commerciali, nella pesca e nell’agricoltura. Ovviamente il guadagno è di molto inferiore a quello degli adulti se non nullo. Molte volte, infatti, questi operano per conto di associazioni criminali o mafiose.
A chi non è capitato, inoltre, di vedere bambini che vagano per strada cercando di vendere qualche sigaretta o qualche cianfrusaglia o chiedendo l’elemosina ai passanti?
E quante volte vi è capitato di vedere adulti che li rimproverano, urlandogli contro, e finendo quasi per minacciarli? Questi bambini, sicuramente, non fanno tutto ciò con piacere, ma solo perché costretti da altri adulti e bisognerebbe provare a mettersi nei loro panni. Bisognerebbe tentare di capire la grande sofferenza provata da bambini che non hanno nessuna dignità, patiscono la fame e spesso non ricevono alcun tipo di affetto dai loro cari. Molti di loro vengono abusati anche dai loro stessi parenti e sono vittime di violenza fisica e psicologica.
Un altro triste fenomeno è quello dei bambini-soldato, alcuni orfani, altri rapiti da piccoli, sono costretti a prestare servizio negli eserciti e a commettere tantissime atrocità per conto degli adulti. Molti di loro vengono feriti gravemente o addirittura uccisi. Ciò che sono costretti a vivere li accompagnerà per tutta la vita, resteranno in loro ferite difficili da rimarginare.
Numerosi bambini, poi, muoiono di fame o perché affetti da malattie, dovute spesso alle scarse condizioni igieniche, e spesso anche incurabili data l’assenza di strutture ospedaliere. Molti non hanno addirittura un nome ma, come carne da macello, vengono etichettati con dei codici o numeri e non sono altro che dei semplici oggetti, che come tali vengono anche venduti all’interno dei mercati dopo essere stati rapiti o abbandonati dai propri genitori, spesso per motivi di estrema povertà o perché presentavano delle malformazioni. Talvolta, vengono abbandonati anche per motivi legati al sesso. Le ragazze, infatti, sono ritenute in molti luoghi ancora il “sesso debole”, inferiori rispetto agli uomini e in alcuni casi addirittura uccise da neonate, in quanto viste come una vera e propria disgrazia per la loro famiglia. Molte bambine vengono anche costrette a sposarsi da piccolissime con uomini molto più grandi di loro, spesso per motivi economici, senza alcun diritto di scelta in quanto nient’altro che proprietà dei loro padri o fratelli.