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Luci e ombre della ricchezza

Tra Florio e Whitaker: storie di vita della Sicilia bene

Protagonisti della seconda serata della XI edizione del “Taobuk” sono stati Stefania Auci, l’autrice dei “I leoni di Sicilia” e del sequel “L’inverno dei leoni” e Lorenzo Nigro, noto archeologo autore de “I geni di Mozia”.

In un festival all’insegna della metamorfosi ecco che i due, quasi in un duello ad armi pari, in un “Derby Trapanese” come l’ha definito Elvira Terranova che li ha intervistati, hanno mostrano i diversi volti della Sicilia: da una parte la famiglia dei Whitaker, narrata da Nigro, dall’altra la famiglia dei Florio raccontata dalla Auci.

Stefania Auci ha presentato, così, il suo nuovo romanzo “L’inverno dei leoni”, volume appartenente alla saga dei Florio, preceduto da “I leoni di Sicilia”, un successo internazionale tradotto in 32 paesi e con oltre 650mila copie solo in Italia. L’autrice, la quale ha precisato, fin da subito, di non essere affatto una storica e dunque di non poter ‘‘scrivere di storia’’, ha parlato del processo di creazione che ha dato vita a ciò che ci è giunto. Ha dichiarato di aver lasciato poco spazio all’immaginazione (difatti solo uno dei personaggi è puro frutto di una concessione alla fantasia) e di aver voluto dare una visione chiara della storia di una famiglia molto ricca e potente, permettendo al lettore di seguirne l’ascesa al potere e la conseguente disastrosa caduta.

Ha cercato, dunque, di trattare vicende estremamente vere, o comunque verosimili, ritenendo che non fosse necessario far sentire la sua voce, bensì far parlare ed emergere la famiglia Florio e tutte le sue peculiarità, incalzando quasi i suoi stessi ‘’personaggi’’ (che personaggi non sono in quanto persone realmente esistite).

Parlate voi, parla la vostra storia

Grazie anche al minuzioso ed arduo lavoro, testimoniato dall’ampia bibliografia, Stefania Auci consente ai lettori non solo di ricostruire, passo dopo passo, la storia della famiglia Florio, ma di conoscere ciascuno di loro e vederlo agire nella sua sfera più personale. Ha affermato di aver incontrato qualche difficoltà nello scrivere dei lutti che hanno segnato la famiglia, poiché i Florio in quanto uomini gioiscono e soffrono, coinvolgendo anche noi lettori nelle loro vicissitudini.

In contrapposizione, l’archeologo Lorenzo Nigro nel suo romanzo “I geni di Mozia” racconta in modo coinvolgente le vicende della casata siculo-britannica, realmente esistita, dei Whitaker che, in seguito alla disfatta della campagna Napoleonica d’Egitto, come moltissime altre famiglie inglesi, ha scelto di lasciare le verdeggianti colline del West Yorkshire per consolidare in Sicilia la propria posizione sociale.

Fulcro del racconto è l’isoletta di Mozia, scrigno di meraviglie e di rovine fenicie, che si trova a Ovest della Sicilia, di fronte al Monte Erice e alla città di Trapani. È su quest’isoletta, divenuta proprietà dei Whitaker, che avviene gran parte della vicenda, svoltasi ai tempi dello sbarco dei garibaldini in Sicilia. Storia che l’autore combina con un sapiente ritratto di un Joseph, il patriarca, non avido e burbero collezionista ma personaggio dalle idee paragonabili a quelle di Lawrence d’Arabia:

Aveva davvero a cuore la Terra che lo aveva fatto sentire a casa lontano da casa.

Un racconto molto studiato, per citare l’autore “Una storia di donne sofferenti” che va alla ricerca del verosimile, di ciò che è probabilmente accaduto, dell’aria che si respirava, oltre che a Mozia, nella splendida Villa Malfitano, la casa di famiglia nel cuore di Palermo. Questi oligarchi finanziari vivevano, dunque, tra magnifici banchetti con la nobiltà (i Whitaker avevano, infatti, uno strettissimo legame con la Corona Sabauda), giardini lussureggianti e arazzi fiamminghi narranti, principalmente, la storia di Enea che, come Joseph, ebbe a che fare con la Sicilia e, più specificamente con Δρεπανον (Trapani).

Rosario Patti

Sono Rosario e faccio tante cose. Adoro sognare, l'ironia, i libri, i pranzi di Natale ed essere autentico a 360°. Mi piace chiacchierare di Arte, di mete da esplorare e di musica. Amo la poesia e il dialogo con le persone che mi circondano.

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